Fonte: firenze.repubblica.it
Ha il sapore di una favola a lieto fine la storia di Alessandro D’Oriano, disabile livornese che ha rischiato di perdere la propria casa all’asta ma che è stato aiutato da un anonimo angelo custode. Un misterioso benefattore ha infatti acquistato l’appartamento e glielo ha restituito in comodato d’uso gratuito salvando così il sogno suo e della moglie, una dipendente pubblica a sua volta disabile. Tutto ha avuto inizio quattro anni fa quando D’Oriano, invalido al 75% a causa di un’encefalite che l’ha colpito mentre era ancora un bambino, si è visto licenziare nonostante fosse stato assunto come “categoria protetta”. Da allora è partita una causa civile in tribunale, ma i tempi sono ancora molto lunghi.
Un solo stipendio non era più sufficiente a pagare il mutuo e così è arrivata la doccia fredda: la casa deve essere messa all’asta. Per settimane nessuno si è mostrato interessato finché il 12 maggio scorso si sono presentati due potenziali acquirenti. “In quel momento Alessandro si è sentito perduto tanto da stare male ed essere colpito da un aneurisma cerebrale – racconta il fratello, Francesco D’Oriano – è stato ricoverato d’urgenza nel reparto di rianimazione di Livorno e salvato grazie alla professionalità e all’umanità di un’equipe medica straordinaria”. In quei giorni Francesco, amareggiato per la vicenda che aveva travolto il fratello, si è rivolto al Tirreno e ad altri quotidiani locali lanciando un vero e proprio grido d’aiuto. Da lì il primo spiraglio di luce: “Un misterioso imprenditore di Livorno, che tuttora non conosco e che ha preferito rimanere anonimo, ha letto le nostre parole e ha deciso di aiutarci con un gesto bellissimo – racconta Francesco – ha comprato la casa di mio fratello per 37mila euro e gliela restituirà in comodato d’uso gratuito. Naturalmente, se un giorno mio fratello avrà le possibilità, la riacquisterà esattamente alla stessa cifra”.
Ora Alessandro si trova ricoverato in un centro specializzato a Volterra e non aspetta altro che di poter tornare nella sua casa: “Ne avrà almeno per altri tre o sei mesi – specifica Francesco – però quel che conta è rivedere la felicità nei suoi occhi. Grazie a questa persona mio fratello è tornato a sorridere. Non ha salvato solo lui, ma tutti noi”.