Fonte: www.lanazione.it
«Abbiamo fatto investimenti importanti nei nostri ambulatori per rendere gli esami specifici sempre più efficaci, affinché le donne del territorio dispongano di strumenti moderni e diversificati per prevenire il cancro al seno: un argomento di estrema attualità di cui è importante parlare». Così lo scorso 21 aprile, il presidente della Fondazione Pas Mario Pacinotti ha aperto la presentazione del libro “Un inquilino di troppo. Diario di una lotta contro il cancro al seno” di Adelaide Vuono, evento inserito nella campagna “Il mese della Donna” promossa da Rete Pas in collaborazione con Anpas Nazionale, Lega Italiana per la Lotta ai Tumori e con il patrocinio del Comune di Scandicci, per sensibilizzare all’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. All’iniziativa ha preso parte anche Marco Rosselli del Turco, medico senologo in servizio negli ambulatori di Rete Pas, a cui abbiamo rivolto alcune domande.
Come si può fare prevenzione in modo efficace?
«Gli stili di vita sono strettamente correlati all’incidenza dei tumori della mammella: una buona alimentazione e l’esercizio fisico sono i principali fattori per la prevenzione “primaria” ovvero per la riduzione del rischio. Una diagnosi precoce poi è fondamentale per migliorare le possibilità di cura. Oggi le donne che si ammalano di cancro al seno hanno una sopravvivenza di oltre il 90% a 5 anni, grazie sia al miglioramento delle cure e a farmaci sempre più mirati ed efficaci sia alla capacità di anticipare la diagnosi con i controlli periodici».
Ci sono dei campanelli d’allarme?
«Le donne possono accorgersi facilmente di noduli, piccoli infossamenti della pelle o del capezzolo o della comparsa spontanea di secrezione con sangue dal capezzolo che macchia i propri indumenti. In molti casi questi sintomi possono essere provocati da una patologia benigna, non tumorale, ma devono essere considerati campanelli d’allarme e bisogna recarsi subito dal proprio medico ed eventualmente effettuare altri accertamenti specialistici».
Si può praticare in modo valido l’auto-diagnosi?
«È fondamentale l’attenzione ai cambiamenti, più che una particolare tecnica di auto-palpazione. Non chiediamo alle donne di fare manovre speciali ma solo di palpare il proprio seno, possibilmente in fase post-mestruale, se c’è ancora il ciclo, e ricorrere al medico in caso di variazioni significative. Non va dimenticato che a partire dai 45 anni si può fare la mammografia, capace di rilevare anche alterazioni iniziali non “palpabili”. Le donne che hanno una storia familiare di tumore al seno dovrebbero invece anticipare i controlli almeno ai 40 anni».