Fonte: www.emergency-live.com
Quali sono le regole più importanti per affrontare una aggressione? Come comportarsi quando si inizia a sospettare che nelle vicinanze c’è una persona potenzialmente pericolosa? I casi di aggressione e violenza fra Pronto Soccorso e servizi in ambulanza sono in aumento. Vertiginoso aumento. Per questo abbiamo cercato di fornire una breve guida con alcuni consigli facili da apprendere e da conservare gelosamente nel vostro bagaglio formativo. A guidarci nel mondo dell’autodifesa il maestro Riccardo Matesic.
Il soccorritore in ambito extra-ospedaliero, nel momento in cui compie il suo dovere (sia esso volontario, medico, infermiere o autista) è un incaricato di pubblico servizio, per cui ha doveri e responsabilità aggiuntive. Ma ha anche tutele superiori rispetto alla norma. L’aggressione contro l’incaricato di pubblico servizio è punita dal Codice Penale con la reclusione da 6 mesi a 5 anni.
Eppure, nonostante il Codice Penale dia questa possibilità di tutela, le denunce e le azioni penali contro chi aggredisce un soccorritore non sono assolutamente adeguate. Un sondaggio del 2015 di Emergency Live ha rilevato che soltanto il 10% del personale d’emergenza aggredito, ha sporto denuncia al termine del servizio o nei giorni successivi. E allo stesso tempo, pochissimi volontari e pochissimi professionisti hanno effettuato un corso di autodifesa, paragonabile a quelli intrapresi dalle Forze dell’Ordine o dalle Polizie Locali per educare i propri agenti ad evitarsi infortuni o situazioni spiacevoli da affrontare, anche se armati.
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