Fonte: www.vita.it
Ora le attività passano in carico alle risorse locali. Dall’inizio della prima emergenza dell’agosto scorso sono intervenuti 2.341 volontari provenienti da 776 associazioni di tutta Italia per un totale di 122mila ore di lavoro. Sono stati utilizzati 562 gli automezzi. Le cucine della colonna mobile delle pubbliche assistenze hanno preparato in totale quasi 130mila pasti.
Dopo 165 giorni di attività ininterrotta, come indicato dal Dipartimento della Protezione civile, è terminato il 5 febbraio l’impegno di Anpas, Associazione nazionale pubbliche assistenze nelle zone terremotate del centro Italia. Anche l’ultimo campo mensa di Norcia è stato chiuso e le attività passano ora in carico alle risorse locali.
A oggi, fanno sapere dall’Anpas, grazie al conto corrente aperto dall’associazione sono stati raccolti circa 400mila euro a favore delle popolazioni colpite. La direzione nazionale dell’Anpas è in contatto con l’amministrazione comunale di Amatrice per definire insieme la destinazione a carattere sociale di tali fondi.
Impressionanti anche i numeri della missione Anpas in centro Italia: dall’inizio della prima emergenza (sisma del 24 agosto scorso) sono intervenuti 2.341 volontari provenienti da 776 associazioni di tutta Italia per un totale di 122mila ore di lavoro. Sono stati utilizzati 562 gli automezzi. Le cucine della colonna mobile delle pubbliche assistenze hanno preparato in totale quasi 130mila pasti.
In particolare Anpas Comitato Regionale del Piemonte ha inviato 195 volontari operativi in questi mesi, a seconda delle specializzazioni e necessità, nei territori di Amatrice, Foligno, Norcia, Macerata, Tolentino, sono stati impiegati anche in supporto alla popolazione per interventi di protezione civile, di assistenza sanitaria e nella recente emergenza neve. Il tutto in coordinamento con il Servizio nazionale della Protezione civile e i 118 locali.
«Un lavoro enorme reso possibile grazie a un’organizzazione nazionale di volontariato altamente professionalizzata quale è Anpas, ma che non dimentica mai di essere fatta di persone che mettono al centro di ogni loro agire altre persone», spiega Marco Lumello, responsabile della Sala operativa nazionale e regionale di Protezione civile Anpas. «Questo lo si è visto soprattutto all’inizio dell’emergenza con, ad esempio, gli immediati allestimenti delle strutture protette per l’infanzia e per gli anziani, ed è continuato nei campi di ammassamento soccorritori di altre organizzazioni e provenienti da tutta Italia. Questi campi sono stati affidati dal Dipartimento della Protezione civile ad Anpas. Qui i nostri volontari si sono adoperati nella gestione, hanno preparato e distribuito i pasti, si sono occupati della logistica, hanno pulito i bagni e le docce, tutto questo per permettere ad altri volontari come loro di recarsi ogni giorno a lavorare nelle zone rosse. Ogni nostro volontario al campo di ammassamento, garantiva la presenza di 10 soccorritori nei territori colpiti dal sisma».

«Come Anpas Piemonte si è anche prestata molta attenzione ai diversi contingenti di volontari che si recavano settimanalmente in centro Italia. I componenti della Sala operativa regionale hanno sempre coordinato le partenze e i rientri dei volontari. Hanno fatto briefing e spiegato a cosa si andava incontro, quali erano le caratteristiche dell’intervento. Durante questi incontri venivano date le linee guida dell’operatività in ambito della colonna nazionale. Si sono curati inoltre sia l’aspetto relazionale sia la convivenza con volontari di altre associazioni. Si parte con paure, aspettative, curiosità e voglia di fare ed è importante confrontarsi con altre realtà o con chi ha più esperienza. E al rientro i volontari hanno trovato sempre qualcuno di noi ad accoglierli con una cena o un caffè caldo. Grazie di cuore a tutti», conclude Marco Lumello.
