domenica 8 Settembre 2024

Gonews: P. A. Humanitas, il progetto ‘Questa casa non è un albergo’ riapre i battenti

Fonte: www.gonews.it

Conoscenza, condivisione, aggregazione, dimensione del gruppo, confronto, formazione, solidarietà, volontariato, adolescenza, contrasto al disagio e alla marginalizzazione: un puzzle di concetti che trova sintesi in un solo concetto. In un solo progetto: “Questa casa non è un albergo”.

Voluto e realizzato dalla P. A. Humanitas di Scandicci già da diversi anni, il progetto è rivolto a minori con difficoltà scolastiche, socio-relazionali e comportamentali e ha lo scopo di accompagnare e sostenere i ragazzi e le ragazze nell’affrontare le difficoltà evolutive proprie del periodo adolescenziale attraverso il loro inserimento in un contesto di solidarietà, di aiuto e di utilità sociale. Le attività che saranno implementate durante gli incontri del progetto varieranno sulla base delle esigenze dei ragazzi e del gruppo. E possono essere tante: studio guidato, formazione e orientamento al mondo, filmografia, corso di primo soccorso Bls, corso Haccp, bar lady, barman, mise en place, bon ton, laboratorio video, pet therapy, educazione alimentare e ovviamente collaborazione e supporto nelle attività e iniziative sociali svolte dalla P. A. Humanitas.

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Tutte le attività sono proposte e programmate per creare un gruppo coeso, che favorisca la cooperazione e l’arricchimento reciproco tra i ragazzi partecipanti e il mondo del volontariato. E, soprattutto, per favorire la crescita personale e il potenziamento delle singole capacità. Il percorso dei ragazzi sarà monitorato mensilmente, in modo da poter tenere sotto controllo la situazione di ogni singolo partecipante. «Dare senza ricevere: è questa – racconta Elisabetta, volontaria del progetto – la cosa più importante che ho imparato. Il progetto mi ha cambiata tantissimo e ovviamente in modo positivo.

È cambiato il mio approccio nelle cose che faccio tutti i giorni. Ho imparato a dare il giusto peso e il giusto valore a quello che capita intorno a me. Io tre giorni alla settimana sono una fruitrice del progetto. Gli altri due invece seguo i bambini dagli 11 ai 14 anni che prendono parte allo stesso progetto. Li aiutiamo a fare i compiti e li coinvolgiamo in attività di gruppo mirate a sviluppare il loro benessere. Anche per questa attività la P. A. Humanitas è diventata un pilastro della città. Ma soprattutto è diventata un punto di riferimento fondamentale per me».

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Il progetto “Questa casa non è un albergo” rappresenta uno strumento fondamentale per dare seguito alla mission che da ormai 120 anni la P. A. Humanitas persegue caparbiamente: fornire sostegno a chiunque versi in condizioni di fragilità. Fragilità di tipo medico, di tipo socio-sanitario, di tipo socio-culturale. Un progetto per la comunità. Un progetto che per essere realizzato ora ha bisogno della comunità. Della sua straordinaria generosità e condivisione. Del suo contributo. Un contributo che da oggi può essere ancora più tangibile, devolvendo al progetto, tramite la piattaforma di crowdfunding www.derev.com/questa-casa-non-e-un-albergo anche una piccola e simbolica cifra. Bastano pochi clic. La cifra che si punta ad ottenere ammonta a 4.000 euro e sarà utilizzata per coprire le spese relative all’organizzazione e alla realizzazione pratica e concreta del progetto, che avrà una durata di almeno 7 mesi.

Ai finanziatori, che dimostreranno simpatia nei confronti del nostro progetto possiamo offrire una, per noi inestimabile, ricompensa simbolica: a conclusione delle attività verrà realizzato un video in cui i partecipanti ringrazieranno singolarmente e pubblicamente i finanziatori del progetto. Il video sarà diffuso sui social e trasmesso agli organi di stampa. Mentre per i grandi donatori offriamo partnership e sponsor, con l’aggiunta di loghi e menzioni nel progetto, agli eventi e in tutte le relative comunicazioni. Ma soprattutto, ad ognuno di loro, la P. A. Humanitas offre il massimo impegno e la massima professionalità del team associativo per il raggiungimento degli importantissimi fini sociali che il progetto punta a raggiungere.

Fonte: Ufficio Stampa

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