Fonte: www.lanazione.it
Il climatologo Maracchi spiega cosa è successo e cosa ci aspetta
Firenze, 16 ottobre 2016 – Dalla maglietta a mezze maniche al piumino. È proprio vero, ahinoi, che le mezze stagioni non esistono più. Certo, quest’anno, il tempo appare più capriccioso di sempre. In men che non si dica, abbiamo dovuto riporre i sandali e tirare fuori in fretta e furia stivali, golf di lana, cappotti e cappelli.
Nelle case si bubbola, anche se per fortuna il riscaldamento per qualche ora al giorno si può accendere. Ma ecco che ieri, all’improvviso, è tornato il tepore. Occhio però ad alleggerirsi. La ventata traditrice è sempre in agguato. E quindi giù con tosse, raffreddore e anche febbre. Eh, sì, l’estate sembra proprio passata da un bel pezzo. «Non c’è mica da meravigliarsi – dice il climatologo Giampiero Maracchi – Sono venticinque anni che diciamo che il clima è cambiato completamente. Ce ne saremmo dovuti preoccupare negli anni Novanta, ma nonostante le conferenze e gli appuntamenti tra i big della terra si continua a sbagliare». Ovvero, «a basare l’economia sul petrolio».

«Basta che cambi il vento per passare dal caldo al freddo – spiega Maracchi – Le masse d’aria provenienti dal sud sono più calde del passato, mentre quelle provenienti dal nord sono fredde come sempre». Così, «col cambiamento della circolazione dei venti, le masse d’aria si scambiano, determinando bruschi abbassamenti della temperatura, o viceversa».
Clima pazzo, insomma. «L’autunno e la primavera di fatto non sono stagioni, ma fasi di passaggio che adesso sono diventate molto più brusche», dice Maracchi. Quanto al futuro, non c’è per nulla da star sereni. Perché «le cose continueranno a peggiorare».
Un dato su tutti: i fenomeni estremi sono aumentati di nove volte rispetto agli anni Sessanta-Novanta. Il motivo? «C’è molta più energia dovuta all’effetto serra». Un grado in più della temperatura degli oceani equivale a centinaia di bombe atomiche.
Ecco quindi che anche Firenze è stata flagellata da veri e propri tornado. «Le bombe d’acqua e le tempeste di vento fanno ormai parte del nostro clima – sospira Maracchi – Non so dire quando, ma aspettiamoci altre trombe d’aria. E poi piogge intense, allagamenti, esondazioni». Come dire: prepariamoci al peggio.
Se però i grandi della terra traccheggiano, molto potrebbe fare ciascuno di noi. Consumare frutta e verdura di stagione, usare poco l’auto e non pretendere di stare in maglietta, in casa, a Natale, significa voler bene all’ambiente. Quanto alle prossime settimane, aspettiamoci un altro brusco calo delle temperature. «Poi però probabilmente tornerà il caldo», conclude Maracchi.